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Ribelli Moderni

Giuseppe Piraimo

Il regista di se stesso.


L’imprenditore Palermitano che si è ribellato alla mafia.

“Sì, ho avuto paura, ma la denuncia è l’unico atto da percorrere. E’ stato quasi un atto dovuto; non potevo non prendere posizione davanti alle minacce rivolte anche agli operai del mio cantiere”.
 
Alla fine la molla è stata vedere i suoi operai impauriti, minacciati, un cantiere fermo per colpa della prepotenza. Era successo che un uomo si era presentato, in pieno centro difronte al vecchio Monte di Pietà; lui era assente e trova gli operai fermi che gli raccontano cosa è successo, e cosa di li a breve dovrà affrontare anche lui. Dev’essergli montata la rabbia in corpo, ma ha ragionato. Un lampo, il pensiero che non avrebbe potuto incastrare i suoi aguzzini se non ne conosceva il volto, e che anche a quel punto non avrebbe potuto dimostrare le accuse, ed entrare dunque in un tunnel investigativo e giudiziario che gli avrebbe reso la strada in salita.
 
La decisione è quella di recarsi semplicemente in un negozio ed acquistare una telecamera nascosta, e con quella incastrare il malacarne. Lo stratagemma funziona, ma non solo, gli da quella sicurezza che in tali circostanze finisce per incoraggiare gli aggressori. Il risultato è che, oltre a far arrestare l’emissario del clan e tutto il Clan, ha potuto pure guardare negli occhi chi doveva fargli paura, e dimostrargli chi dei due era il vero uomo.

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Un giorno come tanti in cantiere

Giuseppe trova tutti i suoi operai in piazza, le facce sconvolte: «È arrivato uno che ci ha buttati fuori perché “il padrone, non s’è messo a posto”. Dice che torna per parlare con lei». E lui si fa trovare, con una sorpresa.

Sono innanzitutto i costruttori di Palermo e non solo a plaudire al suo gesto, e a sottolineare anche il pronto lavoro svolto dalle forze di polizia e dalla magistratura, in questo caso e in questi anni. Questo imprenditore di 45 anni, padre di tre figli, ha dato un esempio: “Se succedesse a me – dice un barista – adesso troverei il coraggio. Grazie a Piraino ho capito che non siamo soli. Che gli onesti sono più dei farabutti”.

L’incontro con la mafia

Il dialogo con il mafioso è surreale, Giuseppe chiede chi sarebbero questi “noi” a cui bisognerebbe dare la percentuale del 3% richiesta, e l’altro che gli risponde impacciato, preso dalla sorpresa e invischiato in un discorso che non si aspettava dover fare. In passato bastava solo far intendere per chiudere la partita, ma ora no, anzi c’è la richiesta imbarazzata di abbassare la voce perché non si senta ciò che sta accadendo, ma la risposta del nostro piccolo eroe è ancora più spavalda, e quella che doveva essere la vittima ostenta anche di far parte di “Addio Pizzo” e di non avere nessuna intenzione di pagarlo. Non cede nemmeno di fronte alla minaccia delle conseguenze, ed anzi fa a tempo a dire che se non si tratta di beneficienza per avere i soldi bisogna lavorare. Un trionfo.

Un’ora dopo le immagini sono dai Carabinieri, e da Settembre (data del fatto) ora sono scattati 46 arresti, che hanno sgominato gli eredi di Totò Riina a Palermo.

Il video dell’estorsione.

“Le autorità ci sono, ci sono tanti che sorreggono chi si fa avanti. Il futuro dipende dalla collettività, da tutti noi. La paura e’ quella di rimanere soli, ma oggi soli sono i mafiosi, coloro che chiedono il pizzo. Noi ormai siamo in tanti!”.

dice Giuseppe

La strada ancora lunga

Ma ancora c’è tanto da fare, la Cupola tenta di ricostituirsi e per quanto riguarda il pizzo solo 9 vittime su 28 si sono ribellate agli uomini del racket. E la situazione è ancora in chiaroscuro, poiché qualcuno si rivolge al boss del quartiere per derimere questioni sulla propria attività.

La mafia, pur rifacendosi ai vecchi codici e anche alle persone del vecchio giro, già note sin dai lontani tempi del maxiprocesso, si sta rinnovando, come ha sempre fatto. Se da una parte permane la struttura verticistica, dall’altra si cerca, per le questioni importanti una certa collegialità, una sorta di principio democratico, partecipativo. Nelle intercettazioni sono venute fuori anche delle regole scritte, tra cui “... la prima di tutti c’è scritto questo… c’è scritto che non ne puoi avere ingazzamenti”, cioè niente relazione extraconiugali.

Una nuova svolta dunque nella battaglia alla mafia. Telefonate a valanga, condivisioni sui social e tutte le testate giornalistiche. Intanto Piraino si concedeva una passeggiata, con la famiglia, fra le bancarelle del Capo, il mercato a due passi dal suo cantiere. «A testa alta», dice, fiero dia verla fatta abbassare all’esattore ora in cella, aggiungendo in un’intervista: anche lui avrà paura adesso, è umano, tutti hanno paura.

FONTE: Palermo Today – SKYTG24 – La Repubblica – Livesicilia – Corriere della Sera

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