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Ingiustizia,  Ribelli Moderni

Nagashibay Zhusupov

Chernobyl, uno dei liquidatori eroi si uccide vedendo la serie tv.


Nagashibay Zhusupov ha rivissuto i catastrofici momenti dellʼintervento dopo il disastro. In lui è cresciuta lʼamarezza per il mancato riconoscimento da parte dello Stato, che non gli ha mai concesso una casa popolare.

Aveva lavorato per mettere in sicurezza il “Reattore 4” dopo l’esplosione del 26 aprile 1986. Tra i protagonisti della serie tv prodotta da Sky e HBO, trasmessa in tutto il mondo, si è suicidato a 61 anni proprio dopo aver rivissuto il suo dramma.

Secondo gli amici “si è sentito ingannato” dal governo: “Credeva che la casa popolare fosse suo diritto, un riconoscimento doveroso per il suo sacrificio. Eppure, dopo dieci anni di attesa, ha scoperto che il suo nome era stato cancellato dalla lista. Questo lo ha distrutto”.

La figlia 25enne Gaukhar racconta al Daily Mail: “Abbiamo visto tutti la serie di Chernobyl. Papà osservava le scene e ricordava con dolore tutti i momenti che ha dovuto attraversare. C’erano le lacrime nei suoi occhi mentre guardava il film”.

Contadino originario del Kazakistan, venne precettato dal governo Ucraino come “liquidatore” e inviato sul sito dell’incidente nucleare per limitare le conseguenze del disastro, era stato tra i primi ad intervenire.

Tornato in patria e inviato come lavoratore nel sito di test nucleari di Semipalatinsk, però, a differenza degli altri compagni non ricevette quello che si era guadagnato, cioè uno degli appartamenti popolari messi a disposizione dei veterani dell’operazione.

Rivivendo l’umiliazione subita dopo aver perso la salute per intervenire sul luogo dell’esplosione, a giugno è salito sul tetto di un palazzo e si è gettato nel vuoto. La figlia ha sottolineato che, invece di essere trattato come un eroe, il padre era stato sistemato in un dormitorio assieme alla moglie e ai cinque figli, continuando a lavorare indefessamente in altre centrali nucleari nonostante i crescenti problemi di salute. Ad accrescere la delusione anche la misera entità della pensione, 39 € a settimana.

Il Nostro Commento

Questa storia ci ha colpito perché Nagashibay ha compiuto un sacrificio, un altro. Ha deciso di immolarsi per sugellare e rendere irreparabile un’ingiustizia, affinchè rimanesse nella storia del suo Paese, e come macchia sul petto di chi non ha saputo dargli quel che meritava. Allotanando così eventuali tardive ed inutili ripensamenti di facciata, che non hanno fatto in tempo ad arrivare.

Ci hanno colpito anche i suoi modi: ha fatto il suo dovere, un dovere assai arduo, ha subito ma ha lottato facendo causa allo Stato, ha continuato a lavorare (duramente), ha mantenuto la sua famiglia. Cose sempici.

Il mondo ha ammirato gli eroi di Chernobyl, ma non sapevano che la realtà degli eroi poi, è ben diversa. Come un questo caso, può accadere di essere condannati a soffrire non solo fisicamente ma anche nell’orgoglio, in un inferno radioattivo, lontano dalle immagini di una fiction, che invece di celebrarlo, lo uccidono.


FONTI: tgcom24 – fanpage.it – corriere.it

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