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“A me mi” si può dire



Sono sensibile alle storie di generosità, ai bravi Professori, alle persone in là con gli anni che vivono intensamente e trasmettono passione e vita. E all’amore, perché nelle belle storie l’amore c’entra sempre.

Tifo per i libri, le biblioteche, il sapere e tutti i suoi luoghi. Oddio, non che sia un avido lettore o un fine biblista o che mi possa ergere ad esempio. Mi ribello alla mia ignoranza e mi sforzo di disciplinarmi alla pratica del conoscere.

Senz’altro sono uno che legge e che ama la cultura, e siccome ho pure un blog, mi do da solo la patente per parlare di queste cose e spargere il seme dello scibile. Meglio se tramite l’antica arte del leggere libri e non spizzicare frasi, possibilmente accarezzati dalla carta e non solo illuminati dai pixel.

Vi dico una cosa, cari Spiriti Ribelli: leggete. E comprate e regalate libri, parlatene. Fuori dalle magie del Cosmo, dentro la realtà della storia e della memoria, le vere custodi dell’umanità, tutto inizia da un libro, e finirà in un libro.

~ La Redazione

Questo signore è il Professor Francesco Sabatini, fra i maggiori linguisti al mondo, Presidente Onorario dell’Accademia della Crusca, di Pescocostanzo (AQ), classe ‘31.

La foto è di ieri, in biblioteca. Anzi in uno spazio nuovo, da inaugurare. Infatti Sabatini ha donato 10mila libri alla Biblioteca dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara; 10mila testi da lui studiati, sottolineati, vissuti, che potranno essere visionati da chiunque.

Il 92enne nell’occasione ha tenuto una lectio magistralis sul tema ‘I libri e la vita’. Tutti in silenzio, ad ascoltare uno studioso che è considerato un innovatore della Crusca, autore del Dantedì, e che ha anche detto che “a me mi” si può dire, perdinci, lo usava anche Manzoni!

La Pala degli Accademici della Crusca per Sabatini, con veduta di Pescocostanzo. Autore Sailko

Il Fondo che gestirà la sua eredità si chiama “Francesca e Francesco Sabatini”, in ricordo dell’amatissima compagna di vita, quella donna la cui mano, nelle lunghe passeggiate estive a Pesco, il Prof non lasciava proprio mai.

Aggiungo che durante il suo discorso l’unico a non piangere nella stanza era proprio lui.

Un saluto da tutti i tuoi “eterni” studenti. Alla prossima occasione Professò, grazie assai!


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Tratto da un post della Pagina FaceBook L’abruzzese fuori sede

Fonte: ChietiToday – bologna.repubblica


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