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Cronaca Strana,  Italia,  Politica

Casta Compatta

Sicilia, indennità aumentate. Miccichè: “Con questi 12mila euro arrivo a fine mese”.


Tra promesse, voti e marce indietro, polemiche, sospetti e accuse incrociate, le ultime 48 ore a Palazzo dei Normanni sono state surreali.

In un Paese dove la politica si divide su tutto (anche sul Festival di Sanremo) magicamente si trova un’intesa perfetta, ma non su un tema civico o di coscienza, ma sui propri interessi, su “li sòrdi”.

Più triste di così si muore.

Gli Onorevoli percepiranno 890 € lordi in più, che si aggiungeranno agli attuali 11.100 €. Totale 12.000 € tonde tonde.

A notte fonda, in Sicilia si tengono l’aumento di stipendio. Complice il voto segreto, l’Assemblea Regionale Sicilia (Ars), boccia l’emendamento che abrogava l’adeguamento automatico delle indennità all’inflazione.

Nessuno si scandalizza, né propone modifiche. Ma la notizia finisce sui giornali e inizia il balletto: i big romani di Fratelli d’Italia si incavolano con i dirigenti siciliani, e il Movimento 5 Stelle si accorge dell’aumento e promette un “auto-taglio” (FdI e M5S hanno poi votato contro, comunque, diciamolo).

Quando arriva l’emendamento per scongiurare l’aumento (dall’ex Sindaco di Messina Cateno De Luca), c’è un duplice colpo di scena: nonostante gli impegni delle ore precedenti, la proposta viene bocciata, anche grazie ai consiglieri del gruppo di De Luca (gli stessi che lo avevano proposto), i quali si astengono.

Ma c’è di più: l’assessore all’Economia Marco Falcone, aveva informato di una lettera del Commissario dello Stato Ignazio Portelli, che richiamava a una maggiore prudenza sulle spese. Allarmante, tanto da costringere il Governo a un taglio orizzontale tra il 3 e il 10% delle spese. Insomma, viene approvato il bilancio che taglia la spesa, ma crescono gli stipendi.

Uno dei big siciliani del PD, Antonello Cracolici, ha rivendicato l’aumento, ricordando che c’è anche in altre Regioni (Lazio, Trentino-Alto Adige, Umbria e Sardegna): “Da 48 ore questo Parlamento subisce attacchi ingiustificati per un automatismo previsto da una legge di nove anni fa. Sono un uomo libero e non mi vergogno di dire che sono contro l’abolizione della norma e difendo l’autonomia di questa Assemblea”.

Sulla stessa scia due assessori del governo Schifani (Mimmo Turano della Lega e Roberto Di Mauro del Mpa) e il capogruppo della Dc di Totò Cuffaro, Carmelo Pace.

Micciché sbotta: “Ci considerano lo schifo, ora basta!” – E’ stato proprio lui, coordinatore siciliano di Forza Italia, a chiedere il voto segreto, intervenendo alla fine della discussione: “Non è la prima volta che Roma interferisce, in questo caso chiedendo la cancellazione di questa norma: basta”, ha tuonato. “Siamo considerati lo schifo del Paese, qualsiasi cosa facciamo. Basta. Con l’indennità da parlamentare arrivo comodamente a fine mese e chiedo scusa a chi purtroppo non ci arriva. Ma non ho ville, non ho yacht e non rubo, si è montato un polverone su un automatismo. Avrei evitato di chiedere il voto segreto, purtroppo però in quest’aula ci sono colleghi che hanno paura della demagogia”.

E i colleghi, protetti dal voto segreto, hanno deciso: teniamoci stretto l’aumento.


FONTE: Il Fatto Quotidiano

PS: per chi vuole avventurarsi nella giustificazione di questo scandalo, da parte di ANCI Sicilia, nelle persone di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, è pregato di accomodarsi qui. Per me è uno scaricabarile/supercazzola.

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