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Diritti Civili,  Indigeni,  Storia

La Rivolta dei Cosacchi

Il Ribelle Pugacëv e la causa dei contadini


L’assalto di Kazan da parte di Pugačëv, di Otto Friedrich Theodor Möller (1847)

La Rivolta dei Cosacchi (1773-75), detta Guerra dei Contadini o più comunemente Rivolta di Pugacëv, fu la principale di una serie di ribellioni popolari avvenute nell’Impero russo durante il Regno di Caterina II La Grande.

L’Imperatrice aveva avviato delle riforme, per rinnovare il Paese rendendolo più simile agli altri Stati europei. Da tempo però, era in atto la denigrazione dei servi della gleba e la loro rabbia era andata crescendo. Pietro il Grande cedette interi villaggi ai nobili da lui favoriti, e Caterina confermò questa autorità in cambio di cooperazione politica.

Nel corso del 1700, la classe dei servi della gleba era stata sottoposta a molte pressioni. I contadini russi non erano più legati alla terra come in passato, ma rimanevano indissolubilmente legati al loro padrone; avevano un “diritto di appello” presso lo Zar, ma che venne drasticamente ridotto da Caterina II. I proprietari terrieri, per lo più aristocratici o agenti della Chiesa o dello Stato, avevano dunque di fatto piena autorità sui servi, tanto da sentirsi in diritto di inasprire ancora di più le regole a proprio favore.

Gruppo di Cosacchi con i loro costumi tipici in una stampa del XVIII Sec

Si veniva da una serie di eventi naturali che colpirono la Russia nel Settecento, motivo di ulteriori sofferenze, come annate pessime per i raccolti ed epidemie.

L’economia traballò, l’inflazione schizzò al massimo. I contadini si sentirono abbandonati dallo Stato “moderno” di Caterina: erano ormai in condizioni disperate e senza poter cambiare la situazione, avendo perso la possibilità di far valere i propri diritti.

La polveriera era pronta, la sopportazione era arrivata al massimo.

La rivolta venne organizzata e diretta da Emel’jan Ivanovič Pugačëv, un cosacco ex tenente dell’esercito imperiale, che raccolse il malcontento e approfittò della guerra in corso contro l’Impero Ottomano.

In seguito alle prime vittorie, dovute anche alla sottovalutazione della sommossa, Pugačëv assunse la guida di un governo alternativo in nome dell’assassinato Imperatore Pietro III, proclamando la fine della servitù della gleba, un’idea innovativa in Russia.

“La rivolta di Pugachev in Siberia”, Nikolaj Karazin

La rivolta si estense su vasti territori, dalle regioni centrali alla Siberia, e coinvolse fino ad un milione di persone. Contro le autorità si sollevarono i rappresentanti di molte nazionalità, di diversa etnia e religione. Anche alcune popolazioni indigene si unirono alla lotta, poiché oltre ad essere trascurati dal potere centrale, venivano messe in pericolo la promessa autonomia, le loro tradizioni, la cultura e il loro stile di vita. L’apporto di questi, militarmente non decisivo, dal punto di vista simbolico era significativo.

Episodi di barbarie si registrarono da entrambi gli schieramenti, molti nobili vennero massacrati a volte anche con le loro famiglie, e questi, oltre agli attacchi ai civili, subirono marchiatura a fuoco (anche sul volto) e durissime deportazioni in Siberia.

Il Governo dovette cercare una rapida fine della guerra con la Turchia, in modo da poter mandare truppe e i migliori ufficiali.

L’esito fu disastroso per la causa della rivolta: la servitù della gleba venne estesa e i cosacchi vennero privati dei loro privilegi.


La Redazione

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La rivolta di Pugachev affascinò Aleksandr Pushkin, grande letterato russo, che vi dedicò due libri: il saggio “Storia della rivolta di Pugachev” (1834) e il romanzo storico “La figlia del capitano” (1836).

FONTI: it.rbth.com WikipediaLa rivolta degli Orfani di Marco Natalizi libri.icrewplay.com

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